del DR. ELIO SANTANGELO (SC Medicina Legale, Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste)
Nel contesto delle norme del Codice della Strada l’art. 187 tratta il tema della “Guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti”.
La valutazione della condotta del guidatore chiamato a rispondere di tale violazione si fonda sull’accertamento dello stato di alterazione psico-fisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope durante la guida. Come già avuto modo di sottolineare in un precedente intervento,1 i due requisiti (stato di alterazione psico-fisica e assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope) devono trovare giusto apprezzamento ai fini della configurabilità del reato.
Nei casi oggetto di valutazione medico-legale di frequente la sola positività rilevata su di un campione biologico esaminato viene utilizzata per ritenere sussistente lo stato di alterazione del guidatore. In molti casi inoltre oltre al dato tossicologico non si dispone di evidenze cliniche indicative di un’eventuale condizione di alterazione del soggetto che consentano di integrare l’esito positivo degli accertamenti tossicologici svolti.
In tema di accertamenti tossicologici si sottolinea che tra i diversi liquidi biologici che possono essere analizzati, il sangue intero, in caso di riscontrata positività, risulta essere quello che può offrire una maggiore garanzia relativamente alla possibile attualità di effetti farmacologici sperimentati da parte del guidatore.
Anche a fronte di una positività riscontrata su campione ematico per una data sostanza o classe di sostanze non è sempre semplice ed in alcuni casi possibile giungere alla conclusione di ritenere provata con certezza la sussistenza di effetti farmacologicamente rilevanti sul soggetto assuntore.
A tal riguardo giova precisare come l’accertamento della positività ovvero della negatività del campione può risentire notevolmente della metodica analitica utilizzata, nonché di ulteriori parametri tecnici, in particolare dei valori di concentrazione (cut-off) per ciascuna sostanza adottati da parte del laboratorio nell’effettuazione delle analisi.
Il Gruppo Tossicologi Forensi Italiani (G.T.F.I.) ha pubblicato la revisione n. 5 (29/05/2017) delle “Linee guida per le strutture dotate di laboratori per gli accertamenti di sostanze d’abuso con finalità tossicologico-forensi e medico-legali su campioni biologici prelevati da vivente”2 nelle quali il concetto di cut-off corrisponde al “limite di concentrazione definito, in maniera convenzionale, per stabilire la negatività ovvero la positività (non negatività nel caso di Analisi di screening) di un campione. Il valore di cut-off, pertanto, può variare dipendendo dall’ambito di applicazione dell’analisi”. Nelle Linee Guida viene inoltre proposto il concetto di requisiti minimi di prestazione da utilizzarsi nelle analisi di campioni urinari ed ematici. Questi ultimi corrispondono alle “concentrazioni di analita nel fluido biologico oggetto di indagine che il laboratorio deve essere in grado di quantificare, con accuratezza, ed atti a valutare l’applicabilità di un metodo rispetto ad un determinato target analitico tossicologico-forense”.
Vengono inoltre precisati due elementi fondamentali. Da un lato che tali valori non sono cut-off interpretativi. Dall’altro che non hanno valore di legge.
Ciò significa che, anche in presenza di un test analitico positivo, risulta necessario che tali dati di laboratorio vengano sempre integrati con evidenze cliniche atte a valutare la sussistenza o meno dello stato di alterazione del guidatore.
In aggiunta alle presenti evidenze e considerazioni nella valutazione medico-legale è necessario inoltre analizzare con attenzione tutti gli elementi disponibili, a partire da quale è la sostanza (o le sostanze) riscontrate e quali sono le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche della stessa.3
Prendendo in considerazione ad esempio la Cannabis è possibile svolgere le seguenti valutazioni. Sotto il profilo farmacocinetico la sostanza risulta essere lipofila quindi, dopo l’assunzione da parte del soggetto, essa si accumula in particolare nel tessuto adiposo. In seguito, anche dopo che ne sia stato dismesso l’uso, viene rilasciata dai siti di deposito all’interno del circolo ematico. Non è semplice definire quanto tempo occorra all’organismo per eliminare il Δ9-THC (la molecola dalla quale dipendono i principali effetti psicoattivi della sostanza) potendosi riscontrare una positività ematica anche a distanza di molte ore (o giorni) dall’assunzione, senza che peraltro possa essere accertata sulla base della sola positività ematica la sussistenza di effetti psicoattivi determinanti uno “stato di alterazione psico-fisica” a carico del guidatore.4,5
Oltretutto la sostanza, già usata in contesto ricreazionale, è attualmente utilizzata in ambito terapeutico. Proprio in questo secondo caso è necessario evidenziare come l’ipotesi di un accumulo del Δ9-THC sia molto concreta (considerando che il soggetto la assuma per il trattamento di una patologia cronica, quindi frequentemente). In questi casi quando il paziente ha sospeso l’assunzione del farmaco potrebbe risultare positivo ad accertamenti tossicologici senza che necessariamente continuino a sussistere effetti farmacodinamici in grado di influire negativamente sulla guida. In questi casi, così come anche in altri contesti, si conferma come sia strettamente necessario integrare i dati laboratoristici con l’esito di specifici accertamenti sanitari volti ad apprezzare le reali condizioni cliniche del guidatore.
1 https://www.fattodiritto.it/laccertamento-della-condotta-dellart-187-codice-della-strada/ (ultimo accesso dicembre 2019)
2 https://www.gtfi.it/wp-content/uploads/2017/06/LG_biologico_revisione_2017_29_05.pdf (ultimo accesso dicembre 2019)
3 La farmacocinetica studia i processi di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione di una sostanza nell’organismo. La farmacodinamica studia le caratteristiche di azione e gli effetti biochimici della sostanza sull’organismo.
4 Skopp G. and Pötsch L., Cannabinoid Concentration in Spot Serum Samples 24-48 Hours After Discontinuation of Cannabis Smoking, J. Anal. Toxicol. 2008; 32(2):160-4